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Troppi cookie fanno male.

By Luglio 26, 2023Settembre 20th, 2023Digital Marketing, Siti Web, Web marketing

Troppi cookie fanno male.

Tracciamento cookie: qualcosa è cambiato.

Entro la fine del 2024 via cookie di terze parti: lo annuncia Google.

È capitato a tutti, durante la navigazione online, all’apertura di una pagina web, di trovarsi a decidere se accettare o meno l’installazione di diversi tipi di cookie

Ormai è abitudine comune dover dichiarare una propria preferenza circa l’utilizzo: il più delle volte clicchiamo senza nemmeno leggere le condizioni (e non è un bene) desiderosi solo di continuare a navigare.
Ma cosa vuol dire accettare tutti i cookie o accettarne solo alcuni?

Cosa sono i cookie?

I cookie sono piccoli file di testo che vengono salvati sul dispositivo dell’utente quando visita un sito web. Contengono informazioni sulle preferenze dell’utente e vengono utilizzati dai siti web per migliorare l’esperienza di navigazione (come ad esempio la velocità di caricamento di una pagina), offrire funzionalità personalizzate e raccogliere dati statistici. Tecnicamente siamo noi che, collegandoci ad un determinato url, chiediamo al server di inviarci tutte le componenti di un sito web.

Possono essere di diversi tipi:

  • I cookie tecnici: permettono al sito di funzionare correttamente, consentendo al visitatore una migliore navigazione del sito. (immagini, format di contatto, pulsanti)
  • I cookie analitici: destinati a fornire al gestore del sito dati statistici (quantità di visitatori del sito web, fascia oraria con più interazioni)
  • I cookie di profilazione: creano profili relativi all’utente perché Il sito, grazie a questi file,  può ricostruire tutte le attività fatte da quel browser e dispositivo nel tempo. Sono utilizzati a scopi commerciali, perché creano messaggi pubblicitari su misura in base alle preferenze dell’utente profilato. 

Ulteriore suddivisione viene fatta a partire dal soggetto che materialmente trasmette i cookie:

  • cookie di prime parti: trasmessi dal proprietario del sito web su cui compaiono
  • cookie di terze parti: consentono alle aziende di ricostruire le attività degli utenti su diversi siti/aziende e quindi fare un profilo più ampio e accurato, per la pubblicità personalizzata. Spesso il proprietario del sito ne ignora la quantità di dati raccolta e le finalità per le quali vengono poi sfruttati.

The dark side of cookie.

Con molta probabilità, ci siamo sempre serviti di cookie di ogni genere senza rendercene conto, prima dell’entrata in vigore nel 2018 della normativa GDPR, (General Data Protection Regulation) che ha di fatto iniziato a richiedere il consenso esplicito per l’utilizzo dei cookie da terze parti.

In sé i cookie non sono nocivi o pericolosi; è stato l’utilizzo improprio di alcuni cookie che ha generato preoccupazione da parte degli organi a difesa del consumatore.

Lo scandalo in merito scoppiò all’inizio del 2018, quando fu rivelato che Cambridge Analytica aveva raccolto i dati personali di 87 milioni di account Facebook senza il loro consenso e li aveva usati per scopi di propaganda politica. [Wikipedia]

Questo fatto, sensibilizzò l’opinione pubblica circa l’importanza del consenso sul trattamento dei dati personali e spinse verso una regolamentazione più rigorosa sull’uso di questi ultimi da parte delle aziende tecnologiche.

Anno nuovo, cookie nuovi!

Questa generale sensibilizzazione è cresciuta a tal punto da portare Google ad annunciare che ha intenzione di eliminare il supporto ai cookie di terze parti a partire dal 2024.

In pratica il cookie verrà svuotato di ogni valore. Diventerà un piccolo file anonimo utile solo per soddisfare le esigenze tecniche di siti e servizi.

Cosa cambia per le aziende.

Questo comporterà la necessità per le aziende, di trovare modi alternativi per personalizzare le esperienze, dalla pubblicità alla comunicazione

Necessità che ha scatenato non poche perplessità (oltre che un leggero panico): da un recente sondaggio eseguito da Idc, società di ricerca e consulenza è emerso che:

  • il 60% degli inserzionisti ritiene che il tracciamento degli utenti sia una fonte di rischio reputazionale per i brand.
  • il 56% di loro pensa che i cookie e gli Id rappresentino una minaccia per la privacy degli utenti
  • il 60% crede che la fine della loro disponibilità sia solo una questione di tempo.

contemporaneamente però 

  • il 41% del campione ammette di conoscere solo limitatamente o ignora metodi di targeting diversi da quelli che sfruttano gli identificatori come, ad esempio, i cookie.
  • solo il 49% dei centri media e il 39% dei brand suppone di conoscere come raggiungere il proprio pubblico su diversa scala dopo l’eliminazione dei cookie di terze parti.

È l’inizio della fine?

Le personas come luce in fondo al funnel. 💡🎯

La soluzione per sopravvivere arriva proprio da Ogury e starebbe nel creare un pubblico di personas per le campagne pubblicitarie, ovvero una sorta di avatar dell’audience caratterizzata da tratti simili.

Ma è davvero possibile ciò?

Pare proprio di si, scandagliando dati relativi a siti e app, scovando trend di interesse comuni degli utenti e incrociando questi dati con sondaggi online che hanno consentito di qualificare le audience.

Questo lavoro di raccolta e analisi dati è possibile grazie all’istruzione e costante affinamento dell’intelligenza artificiale che ancora una volta si rivela preziosa in questa ennesima transizione.

Resta però il fatto che l’IA non può venirci in soccorso se ci serve una minuziosa analisi di microdati che, essendo qualitativa, nella fase di definizione dell’audience può fare la differenza.

Ancora una volta risulta fondamentale, nella progettazione di una strategia di comunicazione efficace, l’elemento umano, poiché in grado di ascoltare e di creare una relazione con quello che non sarà più solo il tuo cliente, ma la tua Persona

Ti stai chiedendo se la tua comunicazione parla il linguaggio giusto?
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